Quale è lo stile di leadership che oggi, per la nostra ripartenza, ha un senso?

… una leadership condivisa, orizzontale, diffusa, collettiva.

In questa fase di ripartenza è necessario rivedere profondamente il senso della leadership per permettere alle aziende e alle persone di poter rimanere attive in un mondo economico e sociale altamente disgregato e complesso. Oggi, come non mai, è importante reinventarsi e mettersi in gioco.

Se vogliamo stare al passo con le sfide della nostra epoca è necessario: cambiare il modo di cambiareed è questo, il vero significato ed obiettivo della leadership.

Sono imprescindibili nuove prospettive, nuovi processi e nuovi comportamenti, per la crescita delle imprese e delle persone, che non si basino su modelli del passato, ma si colleghino al presente e al futuro che sta emergendo.

E’ necessario combattere ciò che c’è di vecchio per percepire e sentire come presente una potenzialità futura emergente, un’opportunità che ci permetta di espandere il nostro pensiero e ci motivi a fare i prossimi passi. 

La vera sfida della leadership è passare dauna consapevolezza di ego-sistemache si preoccupa solo del proprio benessere, ad una consapevolezza di eco-sistemaincentrata sul benessere di tutti, noi inclusi.

Si può vedere questo cambiamento come un viaggio da io a noi che si basa su tre punti: un migliore rapporto con gli altri, un miglior rapporto con il sistema e un miglior rapporto con se stessi.Questo significa aprire la mente, il cuore e la volontà per sospendere le vecchie abitudini, attivandoci con empatia al cambiamento, senza giudizio, cinismo e paura. 

E’ necessario disattivare il pilota automatico per essere presenti al futuro che sta emergendo con consapevolezza: la qualità dei risultati prodotti in una qualsiasi realtà, imprenditoriale o sociale, dipende dalla qualità della consapevolezza con la quale le persone al suo interno operano.

La maggior parte delle strutture organizzative delle imprese si basa su modelli gerarchici e funzionali di leadership verticali, una leadership le cui competenze di base sono il controllo, il problem solving, la negoziazione, la valutazione, l’ orientamento all’obiettivo e le capacità di un singolo, il manager, di gestire le persone affinché esse abbiano comportamenti conformi a quanto necessario.  Succede però, che tante volte creiamo risultati che nessuno vuole, perché c’è disconnessione tra chi decide e chi subisce le decisioni.  Questa è una manifestazione di assenza di leadership, una situazione che abbiamo vissuto, purtroppo molte volte.

Oggi tutti noi, manager, lavoratori, persone, abbiamo il desiderio di attivarci, di sentirci coinvolti. Allo stesso tempo, le aziende è necessario siano capaci di flessibilità, sapendosi trasformare in tempi rapidi, per supportare i continui e dirompenti cambiamenti che velocemente stanno emergendo.

E’ in questo concetto che possiamo trovare la modernità e l’innovatività della leadership che, si trova, non solo nella dimensione verticale ma soprattutto nella dimensione orizzontale. 

La dimensione orizzontale della leadership è adatta a supportare il cambiamento continuo, perché attiva e rende autonome le persone, per modificare in modo costante i loro comportamenti e, di conseguenza, è in grado di modificare in modo rapido visioni, percezioni ed obiettivi. Non si tratta solo di convincere i lavoratori nei processi di cambiamento ma soprattutto di coinvolgerli. Si tratta di passare da una leadership accentrata ad una leadership diffusa. Il cambiamento non può essere imposto dall’alto, infatti la vera sfida oggi non è solo motivare le persone ma creare contesti motivanti in cui le persone siano in grado di guidare se stesse.

E’ necessario quindi sfatare tre miti sulla leadership:

  • il leader è una persona in cima

per poter far fronte alle sfide di leadership bisogna coinvolgere molte persone dell’organizzazione, non solo quelle al vertice

  • la leadership è roba da pochi

quando in realtà riguarda la capacità di un intero sistema di percepire e rendere effettivo il futuro che vuole emergere

  • la leadership ha a che fare solo con la creazione e la comunicazione di una visione

mentre consiste anche nell’ ascoltare, percepire e creare il nuovo, insieme. Il mondo è pieno di visioni grandiose, lontane dalla realtà. E’ necessario ascoltare i bisogni e le aspirazioni delle persone. Infatti le più grandi azioni di leadership iniziano sempre con l’ascolto, che significa aprire la mente, il cuore e la volontà.

La leadership è importante che diventi una cultura organizzativa, con una direzione precisa, che porti valore all’impresa, alle persone, al territorio e ai clienti.

La leadership è quella che si instaura tra le persone all’interno dell’azienda ma è anche quella che l’azienda deve creare tra il suo interno e il suo esterno, guardando al cliente finale.  Ed è proprio il cliente ad essere il faro che guida la leadership. 

Per accompagnare l’azienda verso un modello di leadership è necessario attivare nuove competenze:

disegnare nuovi processiin cui le persone siano in grado di esercitare la loro personale leadership

accompagnare ed incentivare le persone ad agire in autonomia 

inspirarea fare la differenza, riuscendo ad avere un perché condiviso, da leader a leader

intervenire, garantendo che il processo rimanga sano per l’azienda, le persone e i clienti,  riconoscendo talenti e strumenti.

Una possibilità di profonda trasformazione personale, sociale, economica non è mai stata così a portata di mano: questo è il nostro momento per attivarci e per ripartire più forti di prima.

Ringrazio: 

IMO (Istituto internazionale per lo sviluppo delle persone e delle organizzazioni) per le ispirazioni

Otto Sharmer (docente MIT) per gli spunti presi dal libro “ Leadership in un futuro che emerge”

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